Parco della Vettabbia

Il Parco della Vettabbia si trova a due passi da piazzale Corvetto, a Milano, in quell’ultima parte del tessuto urbano della città che, una volta, era la valle dei monaci e che, oggi, è l’avamposto in città della campagna lombarda.

Si tratta di cento ettari di parco pubblico attraversati da piste ciclopedonali lungo filari di giovani alberi, siepi e corsi d’acqua (come la Roggia che ha dato il nome al parco) che nel passato alimentavano le antiche marcite create dai frati cistercensi.

Si può attraversare il Parco della Vettabbia per raggiungere la meravigliosa abbazia di Chiaravalle, ma anche per fare running, andare in bicicletta, o portare i cani a passeggio.

parco vettabbia oasi ca' granda

Informazioni:

Dove si trova: Via San Dionigi 78-80, Milano

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Parco Ticinello

Il Parco del Ticinello è sia parco pubblico che zona agricola: 88 ettari ideali per passeggiate e giri in bicicletta.

Un tesoro di biodiversità ricco di rogge (in particolare il Cavo del Ticinello e la Roggia Scarpogna); filari di pioppi, che delimitano campi e permettono un habitat ideale per uccelli (cinciallegre, picchi, capinere, fringuelli, passeri, rondini, civette), farfalle, libellule, lepri, ricci, conigli selvatici, rane, rospi e raganelle.

Tra prati a marcite, quell’ingegnoso metodo di distribuzione delle acque che i monaci cistercensi perfezionarono consentì di avere erba fresca anche in inverno.

Davvero suggestivo lo spettacolo delle lucciole che illuminano le notti di tarda primavera.

All’intento del Parco si trova la Cascina Campazzo, azienda agricola che – oltre a coltivare foraggio e allevare 130 bovine da latte – è sede dell’associazione che promuove il Parco del Ticinello, attraverso iniziative didattiche e ricreative.

paco del ticinello in bicicletta

Informazioni:

Dove si trova: Via Dudovich 10, Milano
Email: parcoagricoloticinello@gmail.com
Attività ed eventi: info sul sito del parco

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Palazzo Calderari

Palazzo Caderari fu il palazzo “di delizia” dei marchesi Calderari

Residenza del ‘600, stupisce per la sobrietà architettonica esterna e la perfetta simmetria rinascimentale.

L’ampia corte quadrangolare, con i portici a tre arcate su ogni lato, racchiude un curato e spazioso giardino, prevalentemente destinato a eventi e cerimonie.

I saloni interni a cassettoni sono ricchi di affreschi di gusto barocco.

Palazzo Calderari può essere scoperto con visite guidate.

palazzo calderari interni - oasi ca' granda

Informazioni:

Dove si trova: Via del Palazzo, Turano Lodigiano (LO)
Telefono: 335 312 280
Email: info@palazzocalderari.it
Visite Guidate: info sul sito del palazzo

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Naviglio Pavese

Per realizzare il Naviglio Pavese ci vollero quasi cinque secoli. Fu un’opera grandiosa: una specie di autostrada sull’acqua per collegare direttamente Pavia a Milano, superando l’ostacolo del dislivello di 57 metri tra la Darsena e il Ticino.

Iniziarono i Visconti che, nel 1359, progettarono allo scopo un canale, tra l’altro molto utile per irrigare il parco del Castello di Pavia dove Gian Galeazzo amava cavalcare.

Fu Napoleone a ingaggiare la sfida di realizzare un vero e proprio canale navigabile lungo più di 33 chilometri, attraverso la costruzione di 12 conche che permettessero alle imbarcazioni di superare il dislivello, in entrambe le direzioni.

Nel 1812 il Bonaparte diede il via ai lavori, conclusi nel 1819 quando ormai a dominare erano gli austriaci del Regno Lombardo-Veneto.

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Naviglio di Bereguardo

Il Naviglio di Bereguardo, lungo quasi 19 km, nasce dal Naviglio Grande a Castelletto di Abbiategrasso e raggiunge il Ticino al ponte di Bereguardo.

È un’opera tecnicamente complessa, perché il dislivello di 25 metri richiese la costruzione di ben dodici conche, su un percorso molto breve: una ogni chilometro e mezzo. La prima conca fu realizzata nel 1438.

Il Naviglio di Bereguardo fu voluto nel 1420 dal Duca di Milano Filippo Maria Visconti per congiungere Milano a Pavia e portare in città le merci che, tramite il Po, arrivavano via mare da Venezia e quindi dall’Oriente: stoffe, spezie, vetri di Murano, ma anche cereali, formaggio e il preziosissimo sale.

Quando nel 1819 fu realizzato il Naviglio Pavese, a quello di Bereguardo fu riservata una funzione irrigua, alimentando 37 rogge che bagnano 16.000 ettari tra le province di Milano e Pavia.

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Museo Laus Pompeia e area archeologica di Santa Maria

Polo culturale e archeologico che sorge sul luogo che per secoli fu il cuore pulsante della città: il Foro romano prima e la cattedrale di Santa Maria poi.

Il museo Laus Pompeia ha sede in un edificio del ‘700, inizialmente adibito a stalla e poi ristrutturato di recente per donarlo alla collettività nella sua nuova destinazione, oggi ospita una raccolta di reperti.

Vi sono anche una biblioteca e uno spazio per mostre.

L’area archeologica comprende i resti di Santa Maria, l’antica Cattedrale di Lodi Vecchio sorta sul finire del IV secolo e demolita alla fine del XIX.

Gli scavi hanno riportato alla luce imponenti fondazioni di piloni e murature.

Alcune di queste strutture sono riferibili a un grande edificio pubblico di epoca romana prospettante sul Foro, altre appartengono invece alla basilica.

Informazioni:

Dove si trova: Vicolo Corte Bassa 14, Lodi Vecchio (LO)
Telefono: 0371 405006
Email: museolauspompeia@gmail.com
Biglietti: info sul sito del Museo

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Photo Credit: Oasi Ca’ Granda

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Marcite di Morimondo

Le marcite di Morimondo sono terreni inondati d’acqua di risorgiva anche in inverno per avere più raccolti: la tecnica dei monaci dell’abbazia è visibile ancora oggi.

La marcita fu perfezionata dai cistercensi e rappresenta un esempio unico di ingegneria idraulica: inondando i terreni durante l’inverno sotto un velo d’acqua di risorgiva, la cui temperatura è costante tutto l’anno tra gli 8° e i 12°, si impediva il congelamento dei prati, che così potevano crescere anche durante l’inverno.

Ciò permetteva di ottenere da sei a dieci sfalci di fieno in più, essenziale per il nutrimento degli animali.

marcite di morimondo - foto fabrizio magri

Informazioni:

Dove si trova: Morimondo (MI)

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Photo Credit: Fabrizio Magri

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Il Canale della Muzza

Il canale della Muzza (lungo in totale 61 km) è una diramazione del Fiume Adda e ha da poco compiuto gli 800 anni, uno dei più antichi d’Europa.

Il suo nome, con lievi variazioni nei secoli, ricorda ancora il nome della famiglia romana Mutia che si trasferì qui nel 90 a.C. avviando i primi lavori di bonifica.

Dall’ampio canale si diramano corsi d’acqua minori che, insinuandosi nelle campagne per un’estensione complessiva di circa 1.000 Km, sono principalmente destinati all’irrigazione agricola.

Il paesaggio di campagne e cascine che lo circonda è suggestivo, con il susseguirsi di filari d’alberi e campi aperti.

È molto interessante anche dal punto di vista naturalistico perché attira moltissimi uccelli acquatici osservabili lungo il percorso.

canale della muzza oasi ca' granda

Informazioni:

Dove si trova: da Cassano d’Adda a Castiglione

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Photo Credit: Oasi Ca’ Granda

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Fosson Morto

Quando Milano ebbe l’esigenza di proteggersi dalle incursioni del Barbarossa, i bastioni non erano sufficienti e così si decise di proteggere una zona più vasta attorno alla città con dei fossati colmi d’acqua.

Per rinforzare la cintura di questi canali a protezione di Milano, fu scavato anche il fossato che fu poi ribattezzato ‘Morto’.

Il nome “Fosson Morto” deriva quindi da una tragica battaglia avvenuta nell’ottobre del 1239, quando Federico II di Svevia mosse guerra a Milano.

Le truppe ghibelline imperiali si scontrarono violentemente con quelle milanesi e furono battute: nel fossato, prima svuotato dai ghibellini e poi inondato dai milanesi, si contarono centinaia di morti, da cui l’appellativo rimasto fino ad oggi.

Fosson Morto - Oasi Ca' Granda

Informazioni:

Dove si trova: Cascina Molino dell’Ospedale, Morimondo (MI)

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Photo Credit: Oasi Ca’ Granda

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Conche sul Naviglio

Anche Leonardo da Vinci studiò le Conche sul Naviglio, capolavori di ingegneria idraulica che resistono da secoli alle intemperie e all’azione dell’acqua.

La prima conca – o chiusa – è stata costruita lungo il Naviglio di Bereguardo nel 1438.

È un sistema di paratoie che si aprono e si chiudono per permettere alle imbarcazioni di superare i dislivelli di un corso d’acqua, in salita o in discesa.

Lungo i 19 chilometri del Naviglio di Bereguardo, ad esempio, fu necessario realizzarne ben 12 per permettere ai barconi dell’epoca di superare un dislivello di 25 metri.

Alcune di queste chiuse, in particolare le parti in muratura, hanno resistito nei secoli, a testimonianza della perizia degli ingegneri dell’epoca.

Sono giunte fino a noi anche le originali bitte in pietra, dove i barconi venivano ancorati durante le manovre di superamento del dislivello.

Leonardo da Vinci – durante gli anni di permanenza a Milano – studiò le opere di ingegneria idraulica e si recò proprio sul Naviglio di Bereguardo per approfondire il funzionamento delle chiuse.

Queste informazioni gli furono probabilmente utili nella realizzazione dello studio della conca di San Marco a Milano, riportata nel Codice Atlantico.

Conche sul naviglio acqua - foto Fabrizio Magri

Informazioni:

Dove si trova: Naviglio di Bereguardo

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Photo Credit: Fabrizio Magri

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