Borgo di Fallavecchia

Fallavecchia è un borgo incantevole in cui il tempo sembra essersi fermato.

L’antico abitato con la sua chiesa di San Giorgio, ha origini che risalgono al periodo longobardo, come suggerisce il nome Fallavecchia, che deriva da fara vetula.

Le fare erano aggregazioni di famiglie longobarde dello stesso clan gentilizio che, mettendosi insieme, costituivano non solo dei centri rurali, ma anche dei contingenti militari di occupazione di territori.

Nel 1143 l’Abbazia di Morimondo entrò in possesso di Fallavecchia insieme ai terreni circostanti, diventando così una delle più importanti grange monastiche in Lombardia.

All’interno della Chiesa di San Giorgio si trova un’antica Madonna con Bambino che, nel 1512 e nel 1514, fu vista piangere lacrime di sangue.

La devozione crebbe così tanto che i fedeli riuscirono a raccogliere circa 5000 scudi per poter riedificare la chiesa.

Nel 1561, durante il periodo di crisi degli ordini monastici, Fallavecchia con tutti gli altri terreni dell’Abbazia, furono donati da Papa Pio IV all’Ospedale Maggiore di Milano (l’attuale Policlinico, chiamato affettuosamente la “Ca’ Granda”, la “grande casa” dei milanesi).

Fino al 1871 il piccolo borgo di Fallavecchia faceva comune e contava più di 500 anime.

I contadini conducevano una vita di duro lavoro che, insieme ad una alimentazione scarsa, portava alla “pellagra”, il cosiddetto “male della miseria”. Inoltre le abitazioni dei contadini erano non solo anguste, ma anche malsane.

Di notevole importanza fu quindi la decisione della Ca’ Granda, nella seconda metà degli anni ’30 del Novecento, di risanare le case rurali, dando avvio ad una campagna di demolizioni di interi gruppi di case coloniche per riedificarne delle nuove.

Dopo aver fornito alle famiglie un alloggio consono, la Ca’ Granda fece costruire nel borgo le strutture educative necessarie ai propri affittuari: asilo e scuola elementare, con annessi alloggi per le insegnanti.

Oggi sono rimaste pienamente attive due cascine, dove si allevano mucche – visibili nelle stalle prospicenti la grande corte centrale – e si coltivano cerali e ortaggi, acquistabili nello spaccio della famiglia Puliti.

Informazioni:

Dove si trova: Fallavecchia (MI)

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Photo Credit: Oasi Ca’ Granda

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Borgo della Zelata

Il piccolo borgo della Zelata, nella Campagna Soprana di Pavia, distante un paio di chilometri da Bereguardo, è stato spesso il soggetto degli scritti e delle fotografie della poetessa milanese Antonia Pozzi, che negli anni ’30 trascorse qui molte estati, ospite della casa dei nonni.

Un altro noto personaggio scelse il borgo della Zelata come luogo di residenza: Guido Nicheli, in arte “Dogui”, attore molto noto per aver interpretato il personaggio del “cumenda” in tanti film degli anni ’80 e ’90. La sua tomba si trova proprio nel piccolo cimitero del borgo.

Il grazioso abitato è circondato da campi sui quali volteggiano aironi e garzette, mentre lunghi filari di pioppi ornano il paesaggio.

Fanno parte del borgo l’omonima cascina e il vecchio mulino che si trova alla confluenza tra la Roggia del Molino e la Roggia Gambirone.

L’area è riconosciuta come habitat di grande valore naturalistico per le particolari specie di piante e uccelli.

Tra l’altro, la Zelata si trova sulla rotta di migrazione degli uccelli ed è luogo di nidificazione per le cicogne.

Informazioni:

Dove si trova: Zelata (PV)

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Abbazia di Morimondo

Da qualsiasi parte si arrivi, l’abbazia di Morimondo si mostra in tutta la sua imponenza: sfruttando un avvallamento, i monaci la edificarono su più livelli, dando vita a un esempio raro di edificio di clausura sviluppato in verticale.

Questo punto dell’Oasi Ca’ Granda, al confine col Pavese, apparve strategico ai 12 frati cistercensi arrivati nel 1134 dall’Alta Marna, in Francia.

L’abbazia, eretta con il tipico mattone in cotto lombardo, era visibile anche da lontano e doveva apparire ai pellegrini come un faro rosso tra il verde dei campi.

Nei secoli l’abbazia di Morimondo ha generato un borgo laborioso, di recente annoverato tra i più belli d’Italia.

Tutto – le geometrie gotiche, il rapporto tra luci e ombre, il senso di ordine e di essenzialità – rivela un rapporto non solo con il Divino, ma anche con la terra e il lavoro.

Proprio come prescriveva la Regola Benedettina, basata sull’ora et labora, sulla preghiera e sul lavoro.

Ancora oggi, dalle monofore dell’abbazia, è possibile osservare le marcite, tecnica di allagamento controllato dei campi che assicurava erba fresca per il bestiame anche in inverno.

Abbazia di Morimondo, cosa vedere

Tutto il complesso è aperto al pubblico e si possono ammirare:

  • lo scriptorium, dove gli amanuensi tra il 1170 e il 1210 realizzarono una novantina di volumi miniati;
  • la Sala del Capitolo, dedicata ai momenti più ufficiali e importanti della vita del monastero, tra cui quello dell’elezione dell’abate;
  • il refettorio, giunto a noi nella sua modificazione settecentesca.

Per approfondire le sapienti tecniche dei monaci, l’abbazia di Morimondo offre laboratori di erboristeria (ricette di impacchi e unguenti con le erbe di campo), miniatura e affresco.

Abbazia di Morimondo, viste guidate e attività

La bellezza dell’Abbazia di Morimondo è certamente data dalla sua imponenza e dalla sua struttura articolata.

Ma il cuore spirituale di questo luogo lo si può vivere fino in fondo grazie alle attività della Fondazione Abbatia Sancte Marie de Morimundo che dal 1993, grazie al lavoro dei suoi volontari, valorizza l’Abbazia di Morimondo e promuove attività per il recupero strutturale e architettonico di tutto il complesso monastico.

Da non perdere quindi ogni sabato e domenica le visite guidate che comprendono il chiostro, la chiesa, la sala capitolare, le sale di lavoro dei monaci, la sala dei fondatori, il loggiato, il refettorio, il dormitorio, il Museo Comolli.

Con un ricco calendario che copre tutto l’anno, la Fondazione organizza corsi e laboratori.

Informazioni:

Dove si trova: Piazza Municipio 6, Morimondo (MI)
Telefono: 02 94961919
Email: fondazione@abbaziamorimondo.it
Visite Guidate, attività e corsi: prenotazioni dal sito dell’Abbazia

Avvertenze: l’attività descritta è gestita autonomamente e direttamente dall’Organizzatore. Fondazione Patrimonio Ca’ Granda declina ogni responsabilità per danni a cose e/o persone che dovessero derivare dalla partecipazione all’attività.

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Calendario eventi

Nella bella stagione un ricco calendario di eventi per grandi e piccoli nei fine settimana.

Photo Credit: Fondazione Abbatia Sancte Marie De Murimundo

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