Un Patrimonio per la Ricerca, una speranza per i malati di fegato

I dati parlano chiaro: oltre 1000 persone hanno bisogno di un trapianto di fegato e le liste d’attesa sono in media di un anno e mezzo. Gli organi sono sempre troppo pochi per i pazienti a cui serve un trapianto per poter vivere.

La ricerca scientifica contribuisce a dare una nuova speranza ai pazienti affetti da patologia epatica. Grazie agli studi sul campo e a uno specifico trattamento sarà possibile infatti aumentare il numero di organi disponibili a scopo di trapianto, migliorando le caratteristiche di quelli che inizialmente vengono scartati perché non ritenuti idonei.

Di questo si occupa la ricerca EXPLORE, uno dei progetti finanziati dalla Fondazione Patrimonio Ca’ Granda all’interno del Bando della Direzione Scientifica del Policlinico di Milano “Piattaforma NGS NextSeq2000-2020“.

Il progetto, coordinato dalla dott.ssa Caterina Lonati, prevede di riprodurre, con un modello preclinico, una metodica, definita Machine Perfusion, che consente di trattare, fuori dall’organismo, un fegato prelevato a scopo di trapianto, prima che l’organo stesso venga impiantato nel paziente ricevente.

La tecnologia Machine Perfusion è già utilizzata nel nostro ospedale per valutare e migliorare la qualità di fegati che inizialmente non soddisfano i criteri di idoneità al trapianto.

Quali sono le tappe del vostro progetto?

Nel nostro progetto, valuteremo l’efficacia di una terapia innovativa, basata sull’utilizzo di fattori prodotti dalle cellule staminali, nello stimolare la rigenerazione delle cellule del fegato e nel ridurre l’infiammazione. L’applicazione dell’analisi NGS consentirà di raggiungere un duplice obiettivo:

  1. studiare gli eventi biologici che si mettono in moto quando il fegato viene sottoposto a Machine Perfusion;
  2. descrivere gli effetti positivi indotti dalla terapia in studio.

Accanto allo studio preclinico, il nostro progetto prevede di effettuare un’analisi NGS di campioni prelevati da pazienti trapiantati con un fegato sottoposto a Machine Perfusion presso l’UOC Chirurgia generale e Trapianto di Fegato della Fondazione IRCSS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano.

Il confronto dei risultati degli esperimenti con i dati ottenuti dall’analisi dei campioni dei pazienti contribuirà a rafforzare ulteriormente i dati ottenuti durante lo studio preclinico, permettendo di interpretare più accuratamente i risultati.

In parallelo agli esperimenti preclinici già portati a termine, è in corso la raccolta di campioni dei pazienti presso il nostro ospedale, mentre abbiamo attivato una collaborazione con un altro Centro Trapianti nazionale per aumentare il numero dei casi da studiare.

Quali risvolti potrebbe avere la ricerca sulla salute delle persone?

Il trapianto di fegato è ad oggi l’unica opzione terapeutica per pazienti con una patologia epatica terminale. Come è ben noto a chi lavora in ambito trapiantologico (chirurghi, anestesisti, epatologi, infettivologi) la disparità tra donatori di organi e pazienti in attesa di trapianto è una condizione a dir poco drammatica. Infatti, solo una parte dei malati in lista d’attesa avrà la possibilità di vivere grazie ad un trapianto.

La campagna di sensibilizzazione alla donazione, l’introduzione di nuove tecniche chirurgiche e di nuovi farmaci hanno consentito di colmare solo parzialmente questo divario.

Questo nostro studio preclinico/clinico potrebbe consentire di aumentare il numero dei fegati disponibili per il trapianto, attraverso la valutazione e il trattamento dei fegati inizialmente definiti non ottimali e dare a più pazienti in lista d’attesa la possibilità di vivere.

Come il finanziamento di Fondazione Patrimonio vi ha agevolato nel lavoro?

Per una giovane ricercatrice come me essere responsabile di una ricerca biomedica innovativa è estremamente stimolante e un reale momento di crescita. Il budget messo a disposizione dalla Fondazione Patrimonio Ca’ Granda consentirà al gruppo di ricerca di cui faccio parte di utilizzare una metodica all’avanguardia a livello internazionale ed estremamente costosa.

Che rapporto c’è tra ricerca da laboratorio e attività di cura sui pazienti?

Io sono una ricercatrice “da laboratorio” e la mia linfa vitale è lavorare con i ricercatori clinici che sono quotidianamente a contatto con i pazienti.

Lavoro da molti anni con il gruppo di chirurghi che si occupano di trapianto di fegato presso il nostro ospedale. I miei colleghi citano spesso la frase T. Starzl, guru della trapiantologia internazionale: “Se c’è un problema irrisolto sui pazienti, si deve risolvere in Laboratorio. I risultati ottenuti devono poi essere trasferiti sui pazienti”. Solo così ci può essere il progresso della medicina. Questo percorso viene definito “ricerca traslazionale” ed è l’approccio che consente il progresso della medicina.

Ci racconta qualche episodio del suo lavoro che le è rimasto particolarmente impresso? 

Un aspetto che ancora mi colpisce molto è che il mio responsabile, chirurgo e scienziato, nonostante abbia raggiunto ormai l’età e una posizione che gli permetterebbero di alienarsi dall’attività clinica, quando parla dei pazienti, li definisce “gli ammalati”, facendo emergere la sofferenza e il bisogno di cura di queste persone.

La stessa sensibilità si manifesta quando ci rende partecipi della sua commozione nel raccontare di aver incontrato un suo paziente, ora iscritto all’Università, trapiantato all’età di due anni. Questo ragazzo portava con se un pupazzetto in stoffa che custodiva gelosamente, regalato dal chirurgo che lo aveva trapiantato. Come non può, un simile aneddoto, darti forza nel continuare a “ricercare”?

E ancora, come non aver voglia di “ricercare” se chirurghi e anestesisti ti raccontano delle loro 36 ore di ansia in attesa che ci fosse un donatore idoneo per un ragazzo di 29 anni che aveva perso completamente il suo fegato durante un incidente motociclistico?

Come si fa a non lavorare con entusiasmo sapendo che un giovane paziente vive solo ed esclusivamente con un “nuovo” fegato perché il suo era irreparabilmente avvelenato da un piatto di funghi?

Perché la ricerca è importante per migliorare la vita e la salute delle persone?

Si dice che l’età dei “perché” sia quella intorno ai 2-3 anni. Ecco, il ricercatore vive in quell’età per tutta la sua vita. Il Ricercatore non chiude mai la porta della Bottega fino a quando non trova risposta a tutti i suoi “perché”.

La scienza avanza per piccoli passi, ma avanza sempre, non si ferma mai. E quindi noi ricercatori non possiamo fare altro che aggiungere un piccolo “pezzo” alla volta cercando di comporre un grande puzzle. Un puzzle che viene assemblato assieme ad altri Ricercatori, ognuno con le sue competenze.

È inoltre indispensabile che il Ricercatore si confronti con la comunità scientifica internazionale per l’unica guerra che dovrebbe esistere: quella dei numeri, dei grafici e delle statistiche. Ai Congressi internazionali è questa l’aria che si respira: scienziati di tutte le nazionalità, di tutte le etnie, di tutte le religioni che presentano i propri dati e li discutono “in pace” in una sala conferenze.

In ultimo mi permetta di ringraziare i donatori (di organi e sangue; per il paziente sottoposto a trapianto per incidente motociclistico sono state utilizzate 39 sacche di sangue!) e le loro famiglie perché il loro estremo gesto di generosità consente di ridare la vita ai malati che altrimenti non avrebbero a disposizione una terapia adeguata per sopravvivere.

E grazie ovviamente anche a tutta la “Macchina” sanitaria/organizzativa che contribuisce a rendere realizzabile una donazione.

Oasi Ca’ Granda per i bambini, fattorie didattiche e camp estivi

Nella natura stiamo bene perché è un luogo che ci infonde serenità, che cattura tutti nostri sensi e stimola la nostra curiosità, in cui non solo ammiriamo i paesaggi o osserviamo gli animali, ma in cui riprendiamo contatto con l’ambiente che ci circonda e di cui ci dimentichiamo quando siamo rapiti dai ritmi frenetici della nostra quotidianità.

La natura dell’Oasi Ca’ Granda è anche un’occasione straordinaria di conoscenza e di esperienze indimenticabili, per i grandi ma soprattutto per i piccoli.

Imparare a conoscere e ad amare l’ambiente che ci circonda, quello più vicino delle nostre campagne o dei parchi periurbani, ma anche quello più distante e selvatico delle aree protette, è un’esperienza importante e formativa.

Le aree protette ad esempio sono dei veri e propri “musei della natura” come il Parco Lombardo della Valle del Ticino che propone itinerari, visite guidate ed esperienze davvero “immersive” in cui conoscerete habitat e specie non solo con la vista ma con l’udito, l’olfatto e naturalmente il cuore!

Fattorie didattiche nell’Oasi Ca’ Granda vicino Milano

Per i bambini poi ci sono le fattorie didattiche all’interno dell’Oasi Ca’ Granda in cui si fa scuola tutto l’anno!

La Cascina Caiella di Casorate Primo (PV) e la Cascina Selva di Ozzero (MI) ospitano centinaia di bambini nel corso dell’anno scolastico per vivere la campagna e apprendere con laboratori di panificazione o per raccogliere le fragole nell’orto e con moltissime altre attività che stimolano la loro creatività e il desiderio di scoperta e conoscenza: si aiuta così a far nascere in loro un legame e una sensibilità verso la natura che li porterà a diventare degli adulti attenti e responsabili.

E d’estate, quando boschi e campi esplodono di vita, per i bambini ci sono i campus che partono appena termina la scuola.

Si va in fattoria la mattina e si trascorre l’intera giornate tra giochi, scoperte e avventure, insieme agli agricoltori, agli educatori e soprattutto in compagnia di tanti nuovi amici, umani e animali!

Le settimane estive si colorano di verde alla Cascina Montalbano di Opera (MI), dove si gioca col fieno e si scoprono tutti i segreti della stalla e del latte, si esplorano i boschi e i micro-habitat che attorno alla fattoria ospitano un’incredibile biodiversità.

Al Summer Farm Camp della Cascina Battivacco si lavora tutti insieme nell’orto e si va alla scoperta del popolo delle risaie, dalle rane caciarone alle vivaci gallinelle d’acqua!

E durante le “missioni in campo” si raccolgono piccoli materiali per creare poi grandi opere d’arte naturale!

Ecco alcune attività possibili nell’Oasi Ca’ Granda per i bambini, per altre informazioni e attività clicca e scopri gli eventi e le attività dell’Oasi Ca’ Granda.

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Oasi Ca’ Granda da gustare: erbe, prodotti e spesa in cascina

L’Oasi Ca’ Granda in primavera offre il meglio di sé con una natura rigogliosa e una varietà insuperabile di prodotti da portare in tavola: e non parliamo solo di quelli coltivati ma anche di quelli che spontaneamente crescono nei prati e nelle campagne.

Se siete curiosi di conoscere l’anima agricola e un po’ “selvatica” di Milano non potrete mancare all’appuntamento in Cascina Battivacco sabato 7 maggio: si va a caccia di erbe spontanee!

Scoprirete che la campagna è un vero e proprio serbatoio a cui attingere ingredienti per preparare contorni originali o salutari tisane: ortica, camomilla, tarassaco e borragine e moltissime altre erbe doneranno a zuppe, frittate, risotti o infusi tutt’altro gusto!

Passando dalla campagna “selvatica” a quella più “domestica” domenica 22 maggio alla Cascina Caiella è tempo di fragole”, un’occasione imperdibile per grandi e piccoli di entrare letteralmente nell’orto e raccogliere quanti più frutti possibile, resistendo alla tentazione di mangiarseli tutti prima di tornare a casa.

La giornata si aprirà con un bel pranzo in cascina (in cui non mancheranno le fragole coltivate dalle mani esperte dei fratelli Andreoni) e che darà la carica giusta per affrontare un po’ di salutare e appagante lavoro in campagna!

C’è poi la spesa nelle cascine dell’Oasi Ca’ Granda che è raccomandata tutto l’anno! Si tratta di una spesa davvero “più buona” e lo è per 3 motivi:

  • permette di acquistare prodotti genuini e davvero freschi perché appena raccolti;
  • l’agricoltura che si pratica è attenta all’ambiente, spesso biologica, offre solo prodotti stagionali e di prossimità;
  • garantisce il giusto compenso agli agricoltori che si dedicano con passione alla cura della terra.

Ecco qualche suggerimento.

Se siete amanti dei formaggi dovrete assolutamente fare tappa alla Cascina Selva nell’Oasi Ca’ Granda di Morimondo per acquistare quelli freschi e stagionati, prodotti con grande passione da Luca, il casaro della famiglia Sala.

La loro azienda agricola è biologica e le vacche da latte vengono alimentate con il foraggio che cresce nei terreni attorno alla cascina, in un paesaggio che sembra incantato. Un consiglio: se riuscite a ritagliarvi un po’ di tempo vi suggeriamo di pranzare nel ristorante dell’agriturismo e gustare il menu del mese.

Per una spesa di ortaggi freschi a km0 e altri prodotti trasformati di grande qualità vi consigliamo la bottega del Podere Ronchetto delle Rane nell’Oasi Ca’ Granda di Mirasole.

Francesco Bossi coltiva e vende riso Carnaroli e farine, ma anche pomodori, zucchine, lattughe e tutto ciò che l’orto produce nelle varie stagioni. Trasforma i suoi prodotti come le gallette di mais e la deliziosa passata di pomodoro datterino, un tocco speciale per i vostri piatti che non passerà inosservato. Vale la pena farci un salto perché offre prodotti sani, saporiti e che durano a lungo nelle nostre dispense!

Approvato il Bilancio 2021, € 1 mln al Policlinico per la ricerca

La Fondazione Patrimonio Ca’ Granda porta nuove risorse al bene comune grazie ai risultati della gestione del patrimonio rurale più grande d’Italia conferitole dal Policlinico di Milano.

Il Cda ha approvato all’unanimità il Bilancio Consuntivo 2021 con un avanzo di esercizio di 1.332.122 euro (23,3% dei ricavi), in crescita del 17,3% sull’anno precedente. Un risultato che permetterà di sostenere con nuove e maggiori risorse i progetti di ricerca scientifica, umanizzazione delle cure e tutela dei beni culturali del Policlinico.

Nel 2021 sono state deliberate erogazioni per 700.000 euro, utilizzate dall’ospedale a sostegno:

  • della ricerca scientifica per sviluppare terapie personalizzate basate sulla genomica (€ 400mila);
  • dell’umanizzazione degli spazi ospedalieri per rendere più lieve la sofferenza di mamme e bambini in sala parto, terapia intensiva neonatale e ambulatori per bimbi ipoacusici (€ 100mila);
  • della tutela dei beni culturali per avviare il restauro della Sala del capitolo d’estate risalente al XVII secolo e attuale sede dell’archivio storico (€ 200mila).

Con l’approvazione del bilancio, il Cda ha deliberato una nuova erogazione di € 1 milione: la più alta di sempre, con un incremento del 43% sull’anno precedente. In 7 anni la Fondazione ha destinato 5,2 milioni di euro ai progetti di utilità sociale del Policlinico.

La funzione sociale della Fondazione Patrimonio Ca’ Granda non risiede “solo” nella missione, ma anche nell’attività di gestione rurale, come sancito dalla Costituzione, che vincola la proprietà fondiaria a un uso razionale della terra per garantire equi rapporti sociali: scopo oggi attualissimo come dimostra il dibattito globale sulla ricerca della sostenibilità economica, ambientale e sociale.

Una doppia responsabilità assunta con professionalità e passione dalle persone della Fondazione, il cui impegno ha portato nel 2021 anche all’apertura dell’Accademia Ca’ Granda, che promuove corsi di formazione gratuita per gli agricoltori, e dell’Oasi Ca’ Granda, che permette per la prima volta ai cittadini di vivere esperienze uniche nella natura e nella storia delle terre della Ca’ Granda.

Un’opera di valorizzazione oggi descritta dai media come best practice nazionale e raccontata nel Bilancio Sociale 2021, approvato contestualmente al Bilancio d’Esercizio, per condividere con tutti gli stakeholder strategia, attività, organizzazione, obiettivi e risultati finanziari e sociali.

Nell’attuale difficile momento storico facciamo nostre le parole di Italo Calvino ne I Mille Giardini:

“Il camminare presuppone che a ogni passo il mondo cambi in qualche suo aspetto e pure che qualcosa cambi in noi”.

Yogurt BIO Ca’ Granda, la presentazione al Policlinico

È stato ufficialmente presentato al grande pubblico lo Yogurt BIO Ca’ Granda, l’ultimo tra i prodotti a marchio Ca’ Granda, nato dalla valorizzazione della Fondazione Patrimonio Ca’ Granda del più grande patrimonio rurale d’Italia del Policlinico di Milano.

Durante la mattinata sono stati distribuiti ai tantissimi partecipanti, mille vasetti nei 4 gusti (mirtillo, albicocca, bianco intero e bianco magro) da un pittoresco banchetto allestito nello spazio coperto del padiglione Guardia.

Insieme agli altri due prodotti Ca’ Granda (il Riso Carnaroli Classico e il Latte BIO), anche lo Yogurt BIO Ca’ Granda finanzia i progetti di ricerca scientifica dell’antico Ospedale Maggiore di Milano, dal 1456 affettuosamente chiamato la “Ca’ Granda“, la grande casa che accoglieva tutti.

Lo Yogurt BIO Ca’ Granda è 100% italiano ed è realizzato con latte biologico proveniente dalle antiche cascine che oggi la Fondazione Patrimonio Ca’ Granda gestisce e valorizza, destinando tutti gli utili a progetti di utilità sociale.

Ora questo prodotto di qualità, attento al benessere della natura e delle persone, vi aspetta, nella bellissima confezione in vetro, nei punti vendita Esselunga di Milano e provincia (qui la mappa dove trovarlo).

Yogurt BIO Ca’ Granda, lo yogurt della ricerca.

Lo Yogurt BIO Ca’ Granda arriva all’Esselunga

Dopo il Latte e il Riso, nasce lo Yogurt BIO Ca’ Granda: un nuovo prodotto di qualità, attento al benessere della natura e delle persone.

Disponibile nei punti vendita lombardi di Esselunga nelle varianti Bianco, Albicocca, Mirtillo e Magro, è realizzato con latte biologico proveniente dalle antiche cascine della Ca’ Granda in provincia di Lodi: 100% italiano.

L’esperienza dell’assaggio di questo yogurt è straordinaria, con la particolarità dei gusti mirtillo e albicocca dove la composta di frutta non miscelata crea un sfumatura di colore unica per il gusto, ma anche per la vista.

Lo Yogurt BIO Ca’ Granda è prodotto e commercializzato – nel vasetto di vetro amico dell’ambiente – da Carioni Food di Crema a cui Fondazione Patrimonio Ca’ Granda ha concesso la licenza d’uso del marchio.

Lo Yogurt BIO Ca’ Granda sostiene la ricerca

Le attività di valorizzazione di Fondazione Patrimonio Ca’ Granda finanziano la ricerca scientifica del Policlinico di Milano.

Anche l’utile derivante dalle vendite dello Yogurt BIO Ca’ Granda viene devoluto ai progetti di ricerca dell’ospedale, contribuendo così a promuovere lo sviluppo scientifico e medico. Acquistando lo Yogurt BIO Ca’ Granda farai una scelta culinaria di alta qualità e contribuirai anche tu al bene di tutti.

Scegli lo Yogurt BIO Ca’ Granda: buono per l’uomo, per l’ambiente e per la ricerca scientifica.

Lo trovi in tutti i supermercati Esselunga di Milano e provincia e online, sul sito e app di Esselunga.

Clicca qui per vedere la mappa dei punti vendita Esselunga.

Scopri tutti i prodotti Ca’ Granda.

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Gabanelli: Fondazione Patrimonio Ca’ Granda modello di gestione

“Il patrimonio pubblico rurale può rendere, il modello da seguire è quello del Policlinico di Milano” che ha affidato la gestione del più grande patrimonio agricolo d’Italia alla Fondazione Patrimonio Ca’ Granda. Lo scrive il Corriere della Sera nell’inchiesta sulla gestione dei terreni donati agli ospedali lombardi nella rubrica Dataroom, a firma di Milena Gabanelli e Simona Ravizza.

“Per decenni – scrive il quotidiano di via Solferino – la strategia dell’ospedale è stata quella di trasformare oltre un milione di aree agricole in edificabili per tentare di venderle, e poi di minimizzare i costi di manutenzione delle cascine affidandoli agli affittuari in cambio del raddoppio della durata degli affitti (fino a 30 anni al posto di 15), senza però andare a vedere «se» i lavori vengono eseguiti e «come»”.

 

A causa della malagestione e dell’incuria il patrimonio, si legge nell’inchiesta (“7.880 ettari di terreni tra il Ticino e l’Adda, 100 antiche cascine, chiese e oratori donati in 6 secoli da Papi come Paolo III, Paolo IV, Pio IV, nobili come il duca Francesco Sforza fondatore dell’ospedale, imprenditori, da tante famiglie benestanti, e persino Napoleone che in segno di gratitudine per avere curato i soldati francesi regala l’Abbazia quattrocentesca di Mirasole e i poderi intorno”), perde gran parte del suo valore fino a dimezzare gli introiti dei canoni di affitto, oltre all’incuria che coinvolge le cascine.

Per questo, continua ancora il servizio di data journalism del Corriere, “nel 2002 un’ispezione del Ministero dell’Economia e Finanze rileva che la conservazione del patrimonio è a rischio e suggerisce di affidare la gestione a un ente slegato dall’amministrazione sanitaria”. È questo l’inizio della storia della Fondazione Patrimonio Ca’ Granda che nel nome riprende il modo in cui la popolazione chiamava l’antico Ospedale Maggiore di Milano, la “grande casa” dei milanesi che accoglieva e curava tutti, e il suo immenso patrimonio rurale, donato da tanti benefattori fin dal 1456.

 

 

Il modello Fondazione Patrimonio Ca’ Granda

L’approfondito articolo di Milena Gabanelli ripercorre la storia della Fondazione, dai suoi inizi fino agli ultimi progetti innovativi che l’hanno portata alla ribalta dei media nazionali come modello di buona gestione.

“Da febbraio 2015 diventa operativa la Fondazione Patrimonio Ca’ Granda diretta da Achille Lanzarini“, aggiungono Gabanelli e Ravizza. “Alla Fondazione vengono dati in usufrutto i terreni per 30 anni, mentre l’ospedale resta il proprietario e il cda di entrambi è lo stesso (ai suoi vertici si succedono l’ex leader di Cl Giancarlo Cesana e il leghista Marco Giachetti). Con il rinnovo dei contratti scaduti, i canoni passano da 3,7 milioni di euro nel 2014, a 5 milioni nel 2021. Vengono rilevati 30 milioni di danni in mancate manutenzioni, ma a fine 2021 i lavori già eseguiti sono per 12 milioni”.

Le risorse per la salute di tutti

Importante l’aumento costante degli utili per portare risorse all’ospedale e, di conseguenza, per migliorare la salute di tutti, continuando la tradizione di bene della Ca’ Granda, eccellenza da 6 secoli di accoglienza e cura: “Vengono venduti 40 ettari di aree edificabili per 10 milioni di euro, che utilizzerà il Policlinico per completare la costruzione del nuovo Pronto Soccorso, e in parte la Fondazione per ridimensionare i costi dell’Imu, scesi a 250 mila euro. I ricavi, complessivamente, passano dai 3,5 milioni del 2015 ai 5,6 del 2020 (+ 63%), e l’utile netto in sei anni arriva a 5,5 milioni di euro”.

Al primo posto i fondi per la ricerca, 4,2 milioni di euro. L’articolo del Corriere della Sera elenca anche alcuni progetti dei finanziati (tutti consultabili sul nostro sito nella sezione impatto sociale:

  • 1.400 m2 di nuovi laboratori di ricerca (700mila euro);
  • un nuovo centro informatico per l’elaborazione big data (700mila euro);
  • 15 grant per ricercatori (2,2 milioni euro);
  • nuovi ambulatori per bambini ipoacustici;
  • family room in terapia intensiva pediatrica;
  • nuove sale parto (100mila euro);
  • il restauro dell’archivio storico (520mila euro).

I progetti innovativi della Fondazione

Tra le attività di gestione innovativa e profittevole del patrimonio rurale dell’ospedale di particolare rilevanza la filiera corta, con prodotti genuini provenienti dalle antiche terre donate alla Ca’ Granda.

“Viene creato il marchio dei prodotti alimentari Ca’ Granda, che la Fondazione concede in licenza d’uso in cambio di royalties sul venduto. Nel 2021, con questo marchio, sono state acquistate solo a Milano 600.709 confezioni di latte bio e 21.380 di riso Carnaroli”, continua l’inchiesta.

L’impegno per l’ambiente

La Fondazione Patrimonio viene anche citata anche nel suo impegno per la tutela della natura e dell’ambiente. “Tra i principali progetti realizzati ci sono 15 km di corridoi ecologici con 5.000 nuove piante (342mila euro); la creazione di itinerari accessibili ai visitatori e scolaresche lungo l’intero ecosistema; eventi turistici (300mila euro), la realizzazione di un’oasi ambientale da 40ettari (248mila euro)”.

Questo l’elenco riportato in grafica nell’articolo citando il nostro bilancio sociale.

Progetti Fondazione DataRoom Corriere

Gabanelli scrive così del modello della Fondazione Patrimonio Ca’ Granda e la sua gestione del più grande patrimonio rurale pubblico d’Italia.

Risultati raggiunti grazie alla dedizione e passione di ogni persona che lavora in Fondazione. Una squadra affiatata fatta di professionisti competenti, responsabili e con senso del dovere verso benefattori e cittadini.

Persone che ogni giorno, lontane dai riflettori, grazie al loro quotidiano impegno, rendono possibili progetti straordinari per il bene comune. E vederli citati come esempio virtuoso da una giornalista seria e rigorosa, riconosciuta da tutti come esempio di imparzialità nel denunciare gli sprechi e i disservizi del nostro Paese è, senza alcuna piaggeria, una bella soddisfazione.

Dalla Fondazione Patrimonio 40mila euro per rendere speciali le sale parto della Mangiagalli

Trasformare le sale della Mangiagalli dedicate al travaglio e al parto in spazi accoglienti e rilassanti per la mamma e il bambino, attraverso un innovativo sistema integrato di luci, colori e musicoterapia.

È questo l’obiettivo del progetto “Umanizzazione luogo della nascita” finanziato con 40mila euro dalla Fondazione Patrimonio Ca’ Granda.

A proporlo i team del prof. Enrico Ferrazzi dell’UOC Ostericia del Policlinico di Milano e della dott.ssa Alessandra Kustermann dell’UOC P.S. e Accettazione Ostetrico-Ginecologica, Soccorso Violenza Sessuale e Domestica e Consultorio familiare, con il coinvolgimento dell’UOC Neonatologia e terapia intensiva neonatale dell’ospedale diretta dal prof. Fabio Mosca.

Nuove ricerche hanno dimostrato che, durante il travaglio e il parto, il benessere della mamma e del bambino dipendono dallo stato psico-ormonale della mamma, su cui incide fortemente il luogo fisico in cui si svolge il meraviglioso evento.

Dalla collaborazione tra medici, ingegneri e cronobiologi sono state ideate diverse soluzioni per trasformare queste sale da luoghi prettamente medici a spazi sensoriali speciali, in grado di accogliere la partoriente e garantirle un’eccezionale esperienza psico-emozionale.

Il progetto finanziato dalla Fondazione Patrimonio Ca’ Granda trasformerà le sale della Mangiagalli, secondo tre linee di intervento:

  • Pareti: verranno rivestite con immagini di paesaggi naturali associabili a momenti di serenità, favorendo la produzione di endorfine e riducendo gli ormoni dello stress.
  • Musica: una musica speciale agirà sul sistema nervoso centrale attraverso un’azione neuromodulatoria alleviando la percezione del dolore.
  • Luci: una innovativa illuminazione biodinamica favorirà nella mamma processi emotivi e ormonali positivi. Durante il travaglio, lo spettro luminoso del tramonto sviluppa una sensazione di serenità e quindi i livelli di ossitocina, melatonina ed endorfine aiutando le contrazioni uterine. Durante il parto, i colori energizzanti dello spettro luminoso del mezzogiorno promuovono l’azione combinata di ossitocina, prolattina, adrenalina e cortisolo che sviluppano una sensazione di forza vitale, migliorando la fase espulsiva. Dopo la nascita, verrà irradiato invece lo spetto luminoso positivo e tranquillizzante dell’alba.

Nuove risorse per la ricerca scientifica, da Fondazione Patrimonio € 400.000 a 5 progetti

Grazie ai 400mila euro messi a disposizione nel 2021 dalla Fondazione Patrimonio Ca’ Granda, frutto della gestione del più grande patrimonio rurale d’Italia, i ricercatori del Policlinico di Milano avranno a disposizione nuovi fondi per nuovi studi scientifici per contrastare le malattie e migliorare la salute di tutti.

I numerosi progetti di ricerca pervenuti sono stati valutati da una commissione indipendente di esperti internazionali. La prof.ssa Flora Peyvandi,  Direttore Scientifico dell’ospedale, si è congratulata con tutti i ricercatori partecipanti e ha annunciato i vincitori:

  1. Prof. Antonino Neri per il progetto “Single-cell serial dissection of neoplastic clones in multiple myeloma to pinpoint ontogenesis, MRD and relapse” che mira a definire, con l’uso di nuove ed avanzate tecnologie molecolari, la complessità biologica del mieloma multiplo, un tumore del sangue al momento incurabile. La comprensione di questi aspetti aiuterà a identificare come la malattia progredisce e sviluppare terapie personalizzate.
  2. Prof. Gianpaolo Carrafiello per il progetto “Hemophilic arthropathy treatment with adipose-derived mesenchymal stem cells: ARTEMIDE study” che si propone di curare l’artropatia emofilica una malattia del sangue che causa emorragie agli arti attraverso un trattamento con particolari cellule staminali.
  3. Prof.ssa Stefania Corti per il progetto “3D modelling of neuromuscular unit to discover pathogenetic mechanisms and therapeutics for motor neuron diseases” che ha come obiettivo lo sviluppo di un modello in vitro tridimensionale per lo sviluppo di nuove terapie per pazienti affetti da malattie neuromuscolari.
  4. Prof. Paolo Pietro Vercellini per il progetto “Metabolomic profile in women with and without endometriosis: a case control study” che permetterà di conoscere meglio il profilo metabolomico delle donne che soffrono di endometriosi e fornire utili indicazioni sui fattori di rischio e sui meccanismi di questa invalidante patologia ginecologica che colpisce un numero elevato di donne in età fertile.
  5. Prof. Paolo Brambilla per il progetto “Chronic neuroinflammation in the pathogenesis of late-onset affective psychosis and behavioural variant frontotemporal dementia: an integrated neurobiological and neuroimaging approach (TORCH)”, uno studio che ha l’obiettivo di raccogliere dati clinici di neuro-imaging e di immuno-infiammazione per migliorare diagnosi, trattamento e outcome di psicosi affettive o fenomeni di demenza che hanno un’alta prevalenza nella popolazione generale.

100mila euro donati al Policlinico di Milano per l’umanizzazione dell’ospedale

Con questo importante finanziamento deliberato dalla Fondazione Patrimonio Ca’ Granda, il Policlinico di Milano realizzerà tre importanti progetti – selezionati tra 17 proposte da una commissione di esperti internazionali – per rendere l’ospedale più bello e confortevole, alleviando le sofferenze in particolare dei bambini e dei loro genitori.

Percorso di cura del bambino ipoacusico (40.000 euro)
Il progetto migliorerà il benessere dei piccoli pazienti audiolesi, realizzando spazi dedicati alla musicoterapia infantile, adeguando l’acustica delle stanze destinate ai test audiometrici e migliorando i percorsi dei pazienti per evitare inutili attese.

Umanizzazione del luogo della nascita (40.000 euro)
Il progetto renderà più accoglienti e rilassanti sale parto e sale travaglio attraverso un sistema integrato di luci, colori e musicoterapia. Gli effetti positivi di questi interventi saranno studiati dal punto di vista scientifico, per svilupparne il valore clinico.

Family room per la Terapia Intensiva Pediatrica (20.000 euro)
Il progetto garantirà alle famiglie dei piccoli pazienti un ambiente confortevole dove concedersi un po’ di riposo per alleviare le fatiche e lo stress dell’ospedalizzazione, senza mai allontanarsi dal proprio bambino. Verrà creato un ambiente accogliente con poltrone reclinabili, microonde, docce, ma anche colorato con decorazioni alle pareti e una calda illuminazione.

I fondi erogati sono il frutto della valorizzazione del patrimonio rurale affidato dal Policlinico alla Fondazione Patrimonio Ca’ Granda, la cui missione è finanziare progetti di ricerca scientifica, umanizzazione delle cure e valorizzazione dei beni culturali dell’ospedale.