La Fondazione Patrimonio Ca’ Granda porta nuove risorse al Policlinico di Milano grazie ai risultati della gestione del patrimonio rurale più grande d’Italia conferitole dall’Ospedale.
Il Cda della Fondazione Patrimonio Ca’ Granda, presieduto da Marco Giachetti, ha approvato all’unanimità il Bilancio 2022, presentato dal Direttore generale Achille Lanzarini, con un avanzo di esercizio di € 1.469.611, in crescita del 10% sull’anno precedente.
Nella stessa seduta, il Cda ha deliberato un nuovo contributo al Policlinico di Milano di € 1,2 milioni, in crescita del 20% rispetto all’anno precedente, garantendo nuove e sempre maggiori risorse ai progetti di ricerca scientifica, umanizzazione delle cure e tutela dei beni culturali promossi dall’Ospedale.
Nel corso dell’esercizio 2022, la precedente assegnazione di € 1 milione destinata dalla Fondazione Patrimonio Ca’ Granda è stata impiegata al Policlinico nei seguenti progetti:
Ricerca Scientifica (€ 650mila): acquisto di attrezzature tecnologiche per la ricerca e lo sviluppo di nuove terapie;
Umanizzazione delle Cure (€ 150mila): creazione di ambienti di cura accoglienti per i bambini emofilici, per i neonati con le loro famiglie e per i pazienti con disturbi mentali;
Tutela dei Beni Culturali (€ 200mila): intervento di restauro dell’Archivio Storico risalente al XVII secolo.
La funzione sociale della Fondazione Patrimonio Ca’ Granda non si esaurisce nella “sola” missione a sostegno del Policlinico, ma anche nell’attività di gestione del patrimonio agricolo volta a garantire un uso sostenibile delle risorse ambientali e la loro conservazione per le generazioni future.
Infatti, nel corso dell’esercizio precedente, sono stati realizzati a questo scopo numerosi progetti, tra cui:
Suoli Sani: programma di analisi della qualità fisica, chimica e biologica che ha interessato una SAU (superficie agricola utilizzata) di oltre 55 milioni di m2;
Risparmio idrico: mappatura e digitalizzazione dell’intero reticolo irriguo distribuito su una superficie territoriale di 85 milioni di m2;
Accademia Ca’ Granda: corsi di formazione gratuiti per gli agricoltori lombardi con un indice di gradimento del 92%;
Oasi Ca’ Granda: 70 eventi per offrire la possibilità di conoscere il patrimonio e la storia della Ca’ Granda, vivendo esperienze uniche nella natura, cui hanno partecipato quasi 2.000 persone;
Prodotti Ca’ Granda: lancio dello Yogurt Bio Ca’ Granda che insieme al latte e al riso permette a tutti di sostenere il Policlinico, con oltre 545mila confezioni vendute;
Natura Ca’ Granda: programma di naturalizzazione che ha interessato oltre 16mila m2 di terreni, la messa a dimora di oltre 13mila piante e la realizzazione di numerose aree umide.
Una grande opera di valorizzazione sociale descritta dai media come best practice nazionale e raccontata nel Bilancio Sociale 2022, approvato contestualmente al Bilancio d’Esercizio, per condividere con tutti gli stakeholder strategia, attività, organizzazione, obiettivi e risultati finanziari e sociali.
Una responsabilità assunta con professionalità e passione dalle persone della Fondazione che nel 2022 ha ottenuto anche la certificazione Great Place To Work®, che riconosce le organizzazioni dove il personale si sente rispettato, coeso e orgoglioso del proprio lavoro.
Bilancio d’Esercizio e Bilancio Sociale sono disponibili sul sito della Fondazione a questo link.
Prosegue la stagione primaverile dell’Oasi Ca’ Granda, con tante attività all’aria aperta, nelle antiche terre donate fin dal 1456 alla Ca’ Granda, come veniva affettuosamente chiamato il Policlinico di Milano, oggi valorizzate dalla Fondazione Patrimonio Ca’ Granda: un vasto territorio da scoprire nei suoi aspetti storici, naturalistici ed enogastronomici.
Il primo fine settimana di maggio è dedicato all’Incanto della Luna Piena e alla ricchezza di Storia e Biodiversità. Una passeggiata pomeridiana e due serate-evento per
ammirare gli affascinanti scenari rurali dell’Oasi Ca’ Granda, sotto il sole primaverile o rischiarati dalla luce lunare.
Attraverso boschi, campi, corsi d’acqua, cascine, chiese e antiche abbazie, scoprire la ricchezza del patrimonio naturale e culturale a sud di Milano, sui terreni donati da tanti benefattori nel corso dei secoli all’antico Ospedale Maggiore del capoluogo lombardo diventa un’esperienza imperdibile.
Eventi del primo weekend di maggio nell’Oasi Ca’ Granda
Venerdì 5 maggio 2023 – Voglio la Luna – Cascina Roveda di Bereguardo (PV) alle ore 19:30 organizza una cena all’aperto a base di prodotti del territorio personalizzando l’intero menù dagli
antipasti al dolce, il tutto accompagnato con vino locale. Alle ore 20:35 seguirà un’escursione crepuscolare guidata da Marina Luciani di “Avventura sulle Gambe”. Il percorso ad anello sarà
un’occasione unica per ammirare la luce lunare riflessa dalle acque del fiume Ticino, scoprendo profumi, suoni e atmosfere della campagna di notte.
Sabato 6 maggio 2023 – Sabato nel Villaggio – Alle ore 15:00 le guide di “Four Season Natura e Cultura” accompagneranno i partecipanti in un trekking attorno alla suggestiva Abbazia di
Morimondo (MI). In un luogo dove la convivenza tra uomo e natura si fonde con la storia del territorio, gli operatori tratteranno temi di grande attualità quali la salvaguardia degli agroecosistemi.
Attraverso campi agricoli, strade bianche, all’ombra di antiche cascine e lungo fontanili o corsi d’acqua, ci sarà la possibilità di approfondire la varietà di habitat che caratterizza la sponda del fiume Ticino, oltre ad ammirare l’incredibile ricchezza di specie animali e vegetali che popolano questi luoghi.
Sabato 6 maggio 2023 – Sotto la Luna nelle terre dell’Abbazia – Alle ore 20:30 lungo il fiume Ticino, nei territori di Sesto Calende (VA), Cristiano Nericcio e Valentina Anello di
“Avventura sulle Gambe” condurranno una suggestiva escursione lungo il Fiume Azzurro, alla scoperta del bosco di notte rischiarato soltanto dalla luce lunare. Un itinerario non soltanto ricco di natura ma anche di storia, che toccherà diverse tappe, tra cui l’Abbazia di San Donato risalente al 1534, l’Oratorio dei Magi adibito a lazzaretto durante la peste di manzoniana memoria, e il Sass della Preja Buia l’antico masso erratico, monumento naturale di Regione Lombardia, utilizzato come luogo di culto dai pagani fin dall’Età del Bronzo.
Credit foto: Cristina Rozzoni
Cos’è l’Oasi Ca’ Granda
Con l’Oasi Ca’ Granda – la prima e più grande oasi rurale d’Italia – Fondazione Patrimonio Ca’ Granda valorizza questo immenso tesoro naturale, donato da tanti benefattori in 6 secoli di storia
alla “Ca’ Granda” – la “grande casa” dei milanesi – come veniva anticamente chiamato l’Ospedale Maggiore della città, l’attuale Policlinico, fondato nel 1456 dal duca Francesco Sforza. Grazie a un ricco calendario settimanale di eventi per grandi e piccoli, percorsi a piedi e in bicicletta, spesa a km0, laboratori per bambini, soste golose in agriturismi e trattorie per gustare i sapori tradizionali della cucina lombarda, tutti potranno scoprire e amare questa natura ancora poco conosciuta alle porte di Milano, ricca di biodiversità e cultura.
L’Oasi Ca’ Granda è sempre aperta e senza barriere all’ingresso!
Andando sul sito della Fondazione chiunque può vivere l’oasi in autonomia, programmando percorsi, attività, tappe golose nelle cascine, oppure partecipando a singoli eventi proposti ogni
weekend.
Luoghi meravigliosi e fuori dal tempo, autentica oasi di pace e bellezza, da godersi da soli, in compagnia o in famiglia, fuggendo dal caos della città.
Il progetto Oasi Ca’ Granda è senza fine di lucro, realizzato dalla Fondazione Patrimonio Ca’ Granda per far vivere e conoscere a tutti la bellezza del patrimonio affidatole: preziosa testimonianza della secolare storia di carità della Ca’ Granda e dei suoi benefattori.
Per scoprire tutti gli itinerari dell’Oasi Ca’ Granda clicca qui.
Grande successo per la seconda edizione dell’Accademia Ca’ Granda, l’iniziativa della Fondazione Patrimonio Ca’ Granda per l’alta formazione degli imprenditori agricoli che ha raggiunto un traguardo molto importante sia in termini di ricchezza dell’offerta formativa che di partecipazione delle aziende agricole.
Con l’edizione dell’anno accademico 2022-2023, la proposta si è ulteriormente consolidata e rafforzata: al percorso formativo sull’allevamento dei bovini da latte si è affiancato quello sulla risicoltura, con appuntamenti che hanno toccato temi legati all’innovazione e alla maggiore sostenibilità economica e ambientale di queste attività produttive così importanti per il territorio lombardo.
Nel corso degli 11 incontri tematici che si sono svolti a partire dall’autunno 2022 fino a marzo 2023, si sono alternati 25 docenti, con oltre 70 partecipanti tra allevatori e risicoltori che hanno seguito 37 ore di formazione tra l’aula e il campo.
La scelta è stata quella di costruire una proposta che fosse legata all’attualità, ma anche in grado di trattare i tanti temi, sfidanti, del prossimo futuro, che fornisse conoscenze, ma anche strumenti concreti e operativi che gli imprenditori agricoli potessero portare nella gestione quotidiana della loro azienda.
Con il contributo di docenti universitari, tecnici esperti e imprenditori sono state affrontate questioni chiave come:
la minor disponibilità della risorsa idrica;
la riduzione dell’uso dei fertilizzanti;
l’alimentazione di qualità per gli animali;
i trend del mercato con cui ci si confronta;
la sostenibilità economica delle aziende.
Il progetto IRRIGATE con sensori e pannelli solari per un’irrigazione intelligente
Accademia Ca’ Granda, un approccio utile e concreto
L’Accademia Ca’ Granda non intende proporre soluzioni semplici a problemi che sono sempre più complessi né “ricette” generiche valide per tutte le situazioni.
L’approccio è invece quello di condividere conoscenze di qualità e all’avanguardia, buone pratiche e innovazioni che supportino il settore agricolo nelle scelte di oggi e di domani.
L’occasione di arricchimento è preziosa per tutti, docenti e partecipanti, perché lo scambio tra chi fa ricerca, chi opera in campo e chi nel mercato e nella filiera è sempre fruttuoso.
Resta aggiornato
Per conoscere le date, gli argomenti e ricevere informazioni sulla prossima edizione dell’Accademia Ca’ Granda in partenza a ottobre 2023clicca qui.
Con il sostegno di
Visita in Cascina - Prima lezione 2022 Accademia Ca' Granda
Visita in Cascina - Accademia Ca' Granda
Slide di apertura corso 3 novembre 2022 Accademia Ca' Granda
Organizzatori e alcuni docenti (da sx Barbara Albonico, il prof. Giorgio Borreani, Luca Bertola, Davide Del Corno, il prof. Alex Bach)
Il prof. Daniele Masseroni mostra il progetto IrriGate a Cascina Ca' Granda
Accademia Ca' Granda, i partecipanti a pranzo
Accademia Ca' Granda - visita in campo
Accademia Ca' Granda - visita in campo
Accademia Ca' Granda - Attestati di partecipazione e borse
L’Oasi Ca’ Granda è la prima (e più estesa) oasi agroambientale d’Italia con una storia di generosità unica: quella delle antiche terre donate da tanti benefattori fin dal 1456 all’Ospedale Maggiore Policlinico di Milano, oggi animate da tanti eventi ed esperienze da vivere.
In primavera si riparte con un ricco calendario di appuntamenti di attività in natura e in campagna per tutte le età.
Laboratori per i bambini nelle fattorie didattiche, escursioni a piedi e in bici nei parchi, birdwatching e butterfly watching, laboratori di ceramica in cascina, giri in mongolfiera e ancora serate col naso all’insù per osservare le stelle o a caccia di lucciole nelle notti d’estate.
Sono luoghi vicini, ma con paesaggi sorprendenti, biodiversità, arte e storia ed offrono occasioni di scoperta sempre nuove, di divertimento e conoscenza della ricchezza del nostro territorio.
Ecco alcuni degli appuntamenti di aprile da segnare subito in calendario.
Le fioriture nel frutteto sono uno spettacolo da non perdere! Domenica 7 aprile un picnic unico sotto i ciliegi in fiore della Cascina Caiella (Casorate Primo, PV) e per gli amanti delle due ruote un’escursione guidata lungo il Naviglio di Bereguardo.
Sempre il 7 aprile è tempo di uccelli migratori e il momento perfetto per il birdwatching al tramontoa Morimondo (MI). Basta un binocolo per ammirare voli ed evoluzioni in attesa dello scatto perfetto e dell’aperitivo, preparato in casa dalla Cascina Lasso.
Apprendisti contadini e buongustai in campo alla Cascina Selva il 14 aprile per la festa della mungitura (Ozzero, MI). Una giornata in cascina dedicata alla “filiera cortissima” del formaggio, con visite guidate, laboratori per i bambini, prove di mungitura e, naturalmente, degustazione del prodotto finale!
Cultura all’ora dell’aperitivo! Se non l’avete mai provata il 20 aprile c’è la visita nell’arte e nella storia dell’Abbazia di Mirasole (Opera, MI) con un aperitivo finale nella cornice del suo suggestivo giardino interno.
Il 28 aprile si viaggia invece sulle ali delle farfalle con il butterfly watching (Morimondo, MI). Un percorso tra i piccoli e preziosi habitat della campagna, tra il volo vivace e gli incredibili colori di tantissime specie di farfalle.
Vi aspettiamo nell’Oasi Ca’ Granda perché vivere l’esperienza conta molto di più!
La Rete Ecologica Ca’ Granda ha portato in un vasto territorio che va dal Ticino all’Adda, nuovi habitat naturali (aree umide, siepi e prati). Oggi, dopo lunghi mesi di lavori, si possono vedere i risultati di questo grande progetto realizzato da Fondazione Patrimonio Ca’ Granda insieme a tanti partner.
Il Canale Lisone a Opera con le nuove anse e le frog pools – Foto di Chiara Pisoni
Nel 2023 è arrivato il momento di raccogliere i frutti di questo lavoro e vedere i risultati dei vari interventi a sostegno dell’ambiente.
Fondazione Lombardia per l’Ambiente ha infatti svolto i monitoraggi faunistici in tutti gli ambienti che sono stati rinaturalizzati o addirittura creati ex novo allo scopo di renderli ospitali per la biodiversità e migliorare i servizi ecosistemici che la natura fornisce all’uomo.
Si tratta di una attività molto attesa da tutti coloro che sono stati impegnati nel realizzare il progetto perché prova che si è intrapresa la strada giusta: certo, la vegetazione crescerà con gli anni, gli animali saranno man mano più numerosi, gli habitat si arricchiranno nel tempo, ma già oggi possiamo verificare che l’intervento di creare nuova natura a sud di Milano sta funzionando.
Libellula nel Parco Regionale dell’Adda Sud – Foto di Marco Polonioli
Perché andare “a caccia” di biodiversità?
Gli animali sono indicatori della qualità dell’ambiente: meno specie ci sono (e più generaliste sono), più l’ambiente è degradato; più specie ci sono, più l’ambiente è di buona qualità e in grado di ospitare anche specie ecologicamente esigenti.
Osservare quante e quali specie abbiano iniziato a frequentare gli habitat riqualificati della Rete Ecologica Ca’ Granda fa quindi capire il successo di quanto fatto.
Gaia, naturalista, presso il Lago di Basiglio – Foto di Sandra Perilli
Il monitoraggio faunistico sul campo, il lavoro dei naturalisti
Gaia, Luca, Fabio e Milo sono naturalisti e conoscono a fondo il territorio tra il Ticino e l’Adda e le tantissime specie che ospita.
Armati di binocoli, retini, taccuini e macchine fotografiche lo hanno esplorato più volte per registrare quale fosse la fauna presente prima degli interventi, durante i lavori e dopo il completamento.
Sveglia all’alba, pronti a sopportare il freddo e il caldo, con grande curiosità e pazienza, i naturalisti hanno trascorso giornate intere sul campo per osservare e registrare tutte le specie incontrate, da quelle più comuni a quelle più rare e protette, contando ogni singolo individuo.
Luca, naturalista, in campo nei poderi della Ca’ Granda – Foto di Sandra Perilli
L’osservazione degli studiosi si è concentrata su uccelli, anfibi, farfalle e libellule. Tutti i dati che sono stati raccolti sono preziosissimi per valutare l’efficacia dei tanti interventi di miglioramento ambientale messi in campo con il progetto REC.
Alcuni risultati del monitoraggio
I primi risultati dei monitoraggi ci dicono, ad esempio, che rane verdi e raganelle hanno già utilizzato le frog pull realizzate lungo il canale Lisone per riprodursi e che il Lambro Meridionale è diventato un luogo di corteggiamento per il Cavaliere d’Italia.
Anche l’allagamento precoce delle risaie e il mantenimento della vegetazione erbacea nei pressi di rogge e canali irrigui hanno attirato numerose specie di libellule e farfalle, tra cui il Cardinale alifasciate e la Licena della paludi, tutt’altro che banali in contesti territoriali come quelli interessati dal progetto Rete Ecologica Ca’ Granda.
Il resto è affidato alla responsabilità di tutti noi: avere cura di questi ambienti per consegnarli, migliorati, alle future generazioni promuovendo altre iniziative di successo per la natura.
Intervista al Prof. Luca Valenti: “Grazie ai finanziamenti di Fondazione Patrimonio Ca’ Granda, la ricerca del Policlinico è all’avanguardia a livello mondiale”
La ricerca genomica è l’ultima frontiera per curare le malattie. Mappare e sequenziare il DNA umano consente di sapere in anticipo a quali patologie potremo andare incontro nel corso della nostra vita e quindi applicare, in anticipo, trattamenti e terapie personalizzate.
Ma per rendere più veloci ed efficaci gli studi sul nostro ricchissimo patrimonio genetico sono necessari macchinari all’avanguardia per gestire miliardi di dati (i big data) e “abilitare” i ricercatori a lavorare nei team internazionali formati da centri di eccellenza a livello mondiale.
I finanziamenti erogati nel 2021 da Fondazione Patrimonio Ca’ Granda al Policlinico di Milano sono stati destinati anche al progetto Genomica, per l’acquisto di un’apparecchiatura Next Generation Sequencing (€ 400.000) e per sostenere progetti di ricerca resi possibili dalla nuova tecnologia (€ 180.000).
Tra questi il FOGS-2021 (Fondazione COVID-19 Genomic Study-2021): uno studio per scoprire i fattori di predisposizione a sviluppare la malattia e le sue complicazioni.
Per capire la portata di questi studi per combattere il virus che ha sconvolto il mondo abbiamo intervistato il prof. Luca Valenti, docente di medicina interna e Direttore della Ricerca presso la UOC (Unità Operativa Complessa) Medicina Trasfusionale ed Ematologia.
Prof. Valenti, ci può raccontare meglio questo progetto di ricerca a cui state lavorando? È un progetto che si inserisce all’interno degli sforzi del consorzio internazionale COVID-19 Host Genetics Initiative (COVID-19 HGI) che ha coinvolto scienziati di tutto il mondo e rappresenta una delle più estese collaborazioni nel campo della genetica umana, con oltre 3.300 autori e 61 studi di 25 Paesi, tra cui l’Italia.
Il team internazionale di ricerca da chi è composto? I partner con cui abbiamo lavorato all’interno del consorzio COVID-19 HGI sono l’Università di Kiel in Germania e quella di Oslo in Norvegia, oltre a vari gruppi italiani, spagnoli e ad altri centri europei.
Il nostro gruppo di studio della Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico, Università degli Studi di Milano, ha potuto contribuire alla ricerca ai massimi livelli grazie all’acquisto del macchinario di ultima generazione finanziato dalla Fondazione Patrimonio Ca’ Granda (NGS, Next Generation Sequencing).
Foto Filippo Verza
Qual è lo scopo del vostro studio sul Covid? Il progetto FOGS-2021 si inserisce in un filone di ricerca legato all’identificazione dei fattori ereditari di predisposizione alle malattie, condotti a livello dell’intero genoma.
Grazie alla tecnologia all’avanguardia della piattaforma NGS – possiamo ora sequenziare in tempi rapidi e con costi ridotti il genoma delle persone affette da Covid-19, trovando i fattori di predisposizione a sviluppare la malattia e le sue complicazioni.
NGS – Next generation sequencing (Foto Filippo Verza)
Quanti pazienti avete mappato? Con il consenso dei pazienti, cui dobbiamo grati per il loro contributo alla scienza in un momento drammatico della loro vita, abbiamo raccolto materiale biologico di più di 1.500 persone affette in forma severa, grazie alla collaborazione di tutti i gruppi clinici del Policlinico: medicina, rianimazione, cardiologia, pneumologia e pediatria.
Nella prima fase abbiamo ricevuto i campioni, li abbiamo congelati, processati e poi, in collaborazione con altri gruppi europei, li abbiamo analizzati e mappati.
Quali risultati avete ottenuto? Nella prima parte dello studio, con risultati pubblicati prima su New England Journal of Medicine e di recente su Nature (due delle più prestigiose riviste scientifiche a livello mondiale n.d.r.), sono stati identificati 13 loci (posizioni nel genoma umano) strettamente associati a infezione da Covid-19 grave, oltre a fattori causali come il fumo e un indice di massa corporea elevato.
Gli studi permettono di definire con grande certezza quali sono i fattori di predisposizione individuale al Covid, qual è il contributo del programma genetico e l’interazione con l’ambiente (ed il virus). La ricerca genomica permette di creare la “carta d’identità molecolare” di una certa patologia in un singolo paziente, realizzando così la Medicina Predittiva e Personalizzata.
Come proseguirà la ricerca? Lo studio – che proseguirà per tutto il 2022 – dopo la mappatura procederà con il sequenziamento del genoma. La possibilità di avere una macchina di ultima generazione ci dà la possibilità di sequenziare il DNA direttamente nei nostri laboratori della piattaforma genomica, andando a mappare le varianti più rare delle regioni codificanti del genoma (esoma), non solo quelle più comuni, nei pazienti che hanno sviluppato le forme più severe di malattia.
Inizialmente questi dati serviranno per uno studio interno per comprendere i meccanismi che portano ad infiammazione severa e poi verranno condivisi a livello internazionale per l’avanzamento delle conoscenze sul contrasto alla malattia.
L’acquisto del sequenziatore di ultima generazione NGS come vi ha aiutato? Prima dell’arrivo di NGS dovevamo appoggiarci agli altri centri di ricerca che avevano questa macchina, adesso invece possiamo fare nel nostro stesso ospedale questo tipo di ricerche senza dover chiedere aiuto ad altri, siamo quindi più autonomi, più veloci e più flessibili.
Abbiamo anche un “peso” maggiore a livello di ricerca in queste collaborazioni internazionali, come polo di eccellenza tecnologicamente all’avanguardia, fornendo il nostro contributo a livello internazionale per contrastare la pandemia.
Lo storico patrimonio rurale della Ca’ Granda diventa un’aula a cielo aperto per sensibilizzare le giovani generazioni alla cura dell’ambiente e della sostenibilità.
Fondazione Patrimonio Ca’ Granda e Stripes Cooperativa Sociale Onlus accompagneranno nel 2023 i bambini delle scuole in un viaggio alla scoperta della ricchezza e del valore ambientale del proprio territorio sui terreni e nelle cascine donate fin dal 1456 all’Ospedale Maggiore di Milano, oggi Policlinico.
Il progetto “Con i piedi per Terra” coinvolgerà le classi della scuola primaria e secondaria, proponendo un percorso didattico sull’ambiente e la sostenibilità che si snoda tra scuola e territorio, facendo di quest’ultimo il centro di esperienze che contribuiranno a formare le giovani generazioni su temi fondamentali per il loro futuro.
Partendo da ciò che ci è vicino i piccoli partecipanti conosceranno da vicino problemi complessi e globali come quelli del riscaldamento climatico o della perdita di biodiversità.
Fondazione Patrimonio Ca’ Granda mette così a disposizione del mondo della scuola il più grande patrimonio rurale d’Italia la cui gestione va a finanziare i progetti di ricerca scientifica del Policlinico di Milano. I terreni della Ca’ Granda diventano così una sorta di aula all’aperto, il luogo ideale in cui conoscere, sperimentare e mettersi in gioco.
Oltre agli ambienti naturali anche le campagne infatti hanno un grande valore ecologico poiché non solo garantiscono la produzione di cibo, ma sono caratterizzate da una varietà di habitat (siepi, filari, aree umide, prati, piccoli corsi d’acqua) che li rendono dei veri e propri agroecosistemi in grado di ospitare moltissime specie animali.
Quest’anno la nostra iniziativa coinvolge gli insegnanti e le classi dell’Istituto Comprensivo “Leonardo Da Vinci” di Gaggiano (MI) e mira a far nascere nei giovanissimi una maggiore consapevolezza sui temi ambientali e sul valore del proprio ambiente di vita.
Agli incontri di formazioni con gli insegnanti si accostano tantissimi laboratori con le classi, ma anche uscite in campo, visite nelle cascine e soprattutto azioni concrete: gli alunni infatti mapperanno la biodiversità, creeranno itinerari nei dintorni della loro scuola, coinvolgeranno l’intera comunità, scopriranno quali comportamenti adottare, nella quotidianità, per consumare responsabilmente le risorse e fare scelte più attente all’ambiente.
Promuovere una cultura della sostenibilità, conoscere e preservare la ricchezza del nostro ambiente di vita, sono il primo passo verso un futuro migliore e sano per tutti!
Da una ricerca rivoluzionaria sui piloti dei jet supersonici nuove terapie per combattere malattie gravi, migliorando la vita di migliaia di pazienti: medicina rigenerativa, ricerca contro l’invecchiamento, terapie cellulari e tecnologie biomediche per il trattamento delle lesioni neurologiche gravi sono solo alcuni degli ambiti di applicazione del progetto finanziato dalla Fondazione Patrimonio Ca’ Granda all’interno del bando della Direzione Scientifica del Policlinico di Milano.
Lo studio si chiama “TORNADO: Omics Techniques and Neural Networks for the development of predictive risk models” e si colloca dentro un accordo quadro siglato tra l’ospedale, l’Università degli Studi di Milano e l’Aeronautica Militare Italiana.
Un progetto di ricerca davvero all’avanguardia che potrà far compiere importanti passi avanti nel campo della medicina preventiva e terapeutica, grazie allo studio della vita, delle abitudini e della genetica dei piloti dell’Aeronautica Militare.
Allo studio, coordinato dal prof. Marco Locatelli, direttore della neurochirurgia del Policlinico di Milano, lavora il dott. Giovanni Marfia, ricercatore dell’ospedale milanese e ufficiale medico dell’Aeronautica Militare.
Dott. Marfia, in cosa consiste questo progetto?
Questo progetto unico in Italia, nato dall’accordo tra queste tre grandi istituzioni del nostro Paese, consiste nello studiare una popolazione estremamente omogenea che è quella dei piloti ad alte prestazioni dell’Aeronautica Militare al fine di sviluppare uno strumento tecnologico di ultima generazione che consentirà di raccogliere diversi dati (clinici, abitudini familiari, sequenza di tutti i geni) dei piloti e grazie a queste informazioni sviluppare un modello personalizzato di rischio per prevenire diverse malattie.
Quali potrebbero essere le ricadute di questo studio sulle persone?
Questo progetto avrà delle ricadute importanti per il Sistema Sanitario perché la tecnologia sviluppata dal Ministero della Difesa, in collaborazione con un ente di ricerca come il Policlinico, potrà essere trasferita da una popolazione omogenea e “supersana”, come i piloti oggetto dello studio, ai pazienti che quotidianamente vengono curati presso l’ospedale. Svilupperemo infatti questo strumento tecnologico dotato di intelligenza artificiale che potrà rielaborare tutti i dati acquisiti dai piloti.
Questo modello potrà essere applicato a ciascun paziente, sviluppando terapie di medicina di precisione personalizzata, andando a individuare i marcatori azionabili di rischio di ciascun individuo nello sviluppare alcune patologie e a intervenire prima che la patologia si manifesti.
Di quali malattie stiamo parlando nello specifico?
Stiamo parlando ad esempio di tutte le patologie legate alla degenerazione del sistema osteoarticolare come la colonna vertebrale, le patologie cardiovascolari, le malattie neurodegenerative. Questo progetto alla fine dei due anni consentirà di trasferire questo modello a tutti i pazienti.
Cosa ne pensa del contributo della Fondazione Patrimonio Ca’ Granda alla ricerca del Policlinico?
La Fondazione Patrimonio Ca’ Granda valorizza il patrimonio rurale della storia di secoli e di lasciti di importanti famiglie milanesi valorizzandone i profitti per potenziare l’attività di ricerca. Questo consente di svolgere attività che tutti i giorni riusciamo a portare avanti grazie a questo importante contributo che ci porta ad aumentare tantissimo i risultati della ricerca, la produttività scientifica e il trasferimento tecnologico verso le unità operative cliniche a cui afferiamo. Questo si traduce infine in un migliore approccio di cura e di attenzione verso il paziente.
Prof. Locatelli come vede la Fondazione Patrimonio Ca’ Granda e il suo ruolo nell’ospedale?
Il ruolo della Fondazione Patrimonio Ca’ Granda è essenziale perché senza il vostro supporto non esisterebbe gran parte del lavoro che viene fatto nel nostro laboratorio. Inoltre è riuscita a valorizzare il patrimonio rurale dell’ospedale che è qualcosa di vivo e reale della nostra grande Regione.
L’Emofilia A è una malattia genetica che solo in Europa colpisce ogni anno un bambino ogni 5mila neonati. Chi soffre di questa patologia ha un difetto della coagulazione del sangue: il suo organismo non riesce a controllare il sanguinamento e anche una minima ferita può diventare una grave emorragia.
Per far fronte a questa patologia i pazienti devono sottoporsi a cure costanti, sin dalla nascita, per poter reintegrare quei fattori di coagulazione del sangue, il Fattore VIII, che il loro corpo non riesce a produrre.
Purtroppo però in alcuni pazienti le cure non funzionano: circa un terzo dei malati sviluppa infatti anticorpi contro il Fattore VIII, rendendo le terapie inefficaci. Se non curati, i pazienti con emofilia grave hanno un’aspettativa di vita molto bassa, inferiore ai 30 anni.
Per aiutare a combattere questa malattia e dare una speranza ai piccoli pazienti (e alle loro famiglie), la Fondazione Patrimonio Ca’ Granda, all’interno del Bando della Direzione Scientifica del Policlinico di Milano, ha finanziato una ricerca che potrebbe portare a nuovi importanti passi avanti per la sconfitta di questa malattia.
Il progetto “The effect of DNA methylation on inhibitor development in patients with hemophilia being treated with FVIII clotting factor concentrates“, coordinato dalla prof.ssa Flora Peyvandi, ematologa e responsabile del Centro Emofilia e Trombosi “Angelo Bianchi Bonomi” del Policlinico, è condotto dal dott. Shermarke Hassan, giovane ricercatore olandese arrivato a Milano nella primavera del 2020.
Dott. Hassan, qual è l’obiettivo della vostra ricerca finanziata da Fondazione Patrimonio Ca’ Granda?
In questo studio vogliamo esaminare la salute immunitaria dei pazienti che sviluppano questa risposta indesiderata e vedere dal punto di vista genetico se si comportano in modo diverso rispetto alla salute immunitaria dei pazienti che non sviluppano questa risposta immunitaria.
Quali implicazioni potrebbe avere questo studio?
Questo progetto è molto utile per due motivi. In primo luogo, saremo in grado di comprendere meglio i meccanismi biologici alla base di questa risposta immunitaria avversa, per potere sviluppare farmaci meno immunogenici. In secondo luogo, potremmo essere in grado di utilizzare questi risultati per prevedere meglio quali pazienti svilupperanno questa risposta immunitaria avversa, per potere ottimizzare il loro piano di trattamento individuale.
Cosa ne pensa del ruolo di Fondazione Patrimonio Ca’ Granda alla ricerca del Policlinico?
Fondazione Patrimonio Ca’ Granda innanzitutto ci ha permesso di realizzare questo progetto dal punto di vista finanziario, cosa di cui siamo molto grati, inoltre nell’ambito di questo progetto stiamo lavorando con diversi gruppi di ricerca e questo è un grande vantaggio per noi, perché sarà utile non solo per questo progetto, ma anche per molti altri progetti futuri per questo centro di ricerca. La Fondazione Patrimonio Ca’ Granda è davvero unica, perché è stata in grado di gestire il patrimonio agricolo del Policlinico e di valorizzarlo per sostenere diversi progetti di ricerca e credo che questo sia davvero unico.
Dott. Shermarke Hassan
Al lavoro sul sequenziatore NGS (Next generation sequencing) finanziato dalla Fondazione Patrimonio Ca' Granda
L’oratorio di San Rocco a Fallavecchia – un bene di proprietà pubblica donato da Papa Pio IV nel 1561 alla Ca’ Granda, come un tempo veniva chiamato il Policlinico di Milano – rinasce e viene restituito alla comunità, grazie al restauro curato dalla Fondazione Patrimonio Ca’ Granda, a cui è affidata la valorizzazione del patrimonio rurale dell’Ospedale.
La piccola chiesa, preziosissima testimonianza architettonica e pittorica del XV secolo, era divenuta nel tempo inagibile a causa delle fragili fondamenta poggiate letteralmente sulla sabbia, con un rischio sempre più prossimo di crollo.
Dopo un lungo e delicato intervento di risanamento e restauro, questo antico luogo di preghiera, dedicato al santo protettore degli appestati, potrà nuovamente essere ammirato da tutti, diventando uno dei principali punti di interesse dell’Oasi Ca’ Granda.
La soddisfazione per questo risultato è ancora più grande considerati i tanti ostacoli inattesi che è stato necessario superare dall’inizio dei lavori nel 2020, tra cui: la precaria situazione strutturale, l’avanzato stato di ammaloramento interno, la sospensione dovuta al lockdown per Coronavirus, la successiva carenza di materiale edile.
Un lavoro complesso che ha riservato anche una felice sorpresa finale.
Il restauro ha infatti riportato alla luce preziosi affreschi del XVI secolo, rimasti finora celati da un posticcio controsoffitto: un pregevole ciclo pittorico inedito con affreschi di “San Rocco”, “San Sebastiano” e una “Crocifissione con Maddalena e san Giovanni Battista”, attribuiti alla bottega di Aurelio Luini, figlio di Bernardino.
L’oratorio di San Rocco è stato ufficialmente inaugurato e riaperto al pubblico domenica 11 settembre 2022, in occasione della festa patronale di Fallavecchia, con la presentazione dei lavori di restauro e la santa Messa.
Il progetto di recupero ha interessato anche il vicino oratorio di Santa Maria Addolorata presso la cascina di Coronate, dove nell’XI secolo si stabilirono i 12 monaci cistercensi francesi guidati dall’abate di Morimond in attesa della costruzione dell’abbazia di Morimondo da loro fondata.
Il costo complessivo del restauro curato da Fondazione Patrimonio Ca’ Granda dei due oratori è stato di 324.543 euro, finanziato dal Policlinico con il sostegno di Regione Lombardia.
Oratorio di San Rocco a Fallavecchia, note storiche
Costruito in posizione isolata rispetto alle abitazioni del borgo, l’oratorio di San Rocco a Fallavecchia, frazione di Morimondo (MI), è un piccolo gioiello che racconta la storia delle campagne lombarde e la vita delle persone che da secoli vi abitano.
L’oratorio proviene, come tutto il lotto di Fallavecchia, dai beni dell’Abbazia di Morimondo, donati all’Ospedale Maggiore di Milano da Papa Pio IV nel 1561. L’edificio fu costruito tra il XV e il XVI secolo ed è citato per la prima volta nella bolla papale con la quale il Pontefice donò i possedimenti dell’Abbazia alla Ca’ Granda, la “grande casa” dei milanesi, come veniva affettuosamente chiamato dalla popolazione l’antico Ospedale Maggiore di Milano, oggi Policlinico.
La prima menzione risulta dagli atti della visita pastorale di san Carlo Borromeo, vescovo di Milano, il 15 luglio del 1573. Presso l’oratorio si riuniva la Confraternita del SS. Sacramento, fondata da san Carlo nel 1574.
L’oratorio è caratterizzato da un impianto ad aula unica, con tetto a capanna e abside piatta, con murature ornate in cima da una fila di archetti pensili. Interessante la sobria cornice del portale a tutto sesto sormontato da un rosone frontale. La costruzione è affiancata da un campanile, anteriore al XVII secolo.
Oratorio San Rocco vista
Oratorio di San Rocco interni
Campanile di San Rocco
Oratorio di San Rocco lato strada
Affresco ritrovato
Lavori di restauro su affresco san Giovanni
Restauro affresco
Interni chiesa di San Rocco, com’era e com’è…
PROGETTO INTEGRATO DI AREA L’AGRICOLTURA DEI MONACI
cofinanziato dal FEASR OPERAZIONE Operazione 7.6.01 – Incentivi per il recupero e la
valorizzazione del patrimonio rurale” del Programma di Sviluppo Rurale 2014 – 2020
Autorità di Gestione del Programma: Regione Lombardia