• Ticino e Adda: fiumi, parchi e cascine immerse nella natura

Nell’area compresa fra i parchi del Ticino e dell’Adda Sud si trova la gran parte dei terreni agricoli e delle cascine che da secoli fanno parte del patrimonio rurale della Ca’ Granda. Ma non si tratta di un territorio esclusivamente agricolo ma ricco di natura e biodiversità in misura sorprendente.

I boschi del Parco del Ticino, nella cui parte meridionale si trovano le terre della Ca’ Granda, coprono una superficie complessiva di oltre 20.000 ettari. Le tipologie boschive che si ritrovano qui sono molto varie, e tutte di grande interesse botanico: i censimenti hanno rivelato la presenza di oltre 1.200 specie vegetali, che si aggiungono alle circa 1.300 specie di funghi.

Anche la fauna del parco è molto ricca e varia, con ben 53 specie di mammiferi, fra cui martore, volpi, tassi, donnole, caprioli, scoiattoli, ghiri, ricci, lepri. Certamente più facili da individuare sono gli uccelli, acquatici e non, presenti in 240 diverse specie. Oltre 7.000 esemplari di aironi, nitticore, germani reali, cinciallegre, picchi, pettirossi, cuculi e usignoli, solo per citarne alcuni.

Nel comune di Morimondo, compreso nel Parco del Ticino, la Fondazione ha realizzato dieci nuovi chilometri di corridoi ecologici: con la piantumazione di 5.000 nuovi esemplari fra alberi e arbusti, permettendo alla fauna di muoversi in un’area di oltre 2.000 ettari e collegando l’ecosistema del Naviglio di Bereguardo con quello del Ticino.

Le aree circostanti sono ricche di pioppi, salici e sambuchi, ma anche di campi coltivati, agriturismi, corsi d’acqua e percorsi nella natura, all’interno di un vero e proprio tempio della biodiversità in cui passeggiare per lasciarsi alle spalle la routine quotidiana.

Di grande interesse naturalistico, fra la aree in cui sono presenti le proprietà Ca’ Granda, è anche il territorio del Parco Adda Sud, che corre per 60 chilometri lungo il corso inferiore del fiume Adda abbracciando 35 comuni, e attraversando boschi rivieraschi e zone palustri formate da “lanche” e “morte”, canali scavati negli anni grazie ai mutevoli tragitti del fiume.

Pioppi, gelsi, salici, aceri, olmi, vanno a comporre la vegetazione locale, annoverando specie erbacee talvolta molto rare in zona padana. Ghiri, daini, garzette, falchi di palude, tritoni, rospi e rane popolano questi boschi alimentando un ecosistema prezioso e insostituibile.